Due alpinisti romagnoli, dispersi sul Gran Sasso, sono oggetto di una complessa operazione di soccorso ostacolata da condizioni meteorologiche estreme.
Le operazioni di ricerca per individuare i due alpinisti romagnoli, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, dispersi sul Gran Sasso, continuano a essere fortemente ostacolate dal maltempo. I due uomini, rispettivamente di 42 e 48 anni e originari di Santarcangelo di Romagna, si trovavano sul versante sud-est del Corno Grande quando sono scivolati nel Vallone dell’Inferno. La richiesta di aiuto è stata inoltrata alla centrale del 112 di L’Aquila alle ore 19, ma le avverse condizioni meteorologiche hanno reso impossibile un intervento immediato.
Il Soccorso Alpino, insieme ai militari della Guardia di Finanza, ha avviato le operazioni non appena ricevuta la segnalazione. Tuttavia, il team è stato costretto a fermarsi alle 22:45 a causa delle fortissime raffiche di vento e della neve accumulata in quota. “Siamo fermi. Abbiamo provato diverse volte a fare degli avvicinamenti, ma le condizioni meteorologiche lo rendono impossibile. Siamo pronti a partire, ma il vento al momento è talmente forte da buttare giù una persona di 90kg”, ha dichiarato un membro del Soccorso Alpino.
Tra ieri e oggi sono stati impegnati circa 30 soccorritori nelle operazioni. Attualmente, 20 persone rimangono operative sul campo, pronte a intervenire non appena le condizioni lo permetteranno. “Questa notte tre squadre di soccorritori sono rimasti all’arrivo della funivia di Campo Imperatore”, ha spiegato Simone Alessandrini, viceresponsabile nazionale comunicazione del Soccorso Alpino. Ha aggiunto che l’operazione è resa estremamente difficile dalle condizioni meteorologiche: “In quota il vento ha velocità molto elevate e c’è il rischio di possibili valanghe”.
Le ricerche sono riprese questa mattina, ma ancora una volta il maltempo ha costretto le squadre a sospendere le operazioni. La situazione è aggravata dalla scarsa visibilità e dalla violenza del vento, che impedisce anche l’utilizzo di elicotteri. “Abbiamo una posizione approssimativa della posizione dei due alpinisti, ma l’unico modo per operare è avvicinarsi a piedi. Non riusciamo a muoverci e la violenza del vento impedisce l’impiego di un elicottero”, ha sottolineato Alessandrini.
Il territorio del Gran Sasso è noto per la sua pericolosità in condizioni invernali. Vincenzo Brancadoro, vicepresidente del CAI sezione L’Aquila ed ex soccorritore alpino con oltre 25 anni di esperienza, ha descritto le difficoltà incontrate in queste situazioni: “In condizioni invernali abbiamo la presenza di neve e ghiaccio. Le forti raffiche di vento e il nevischio rendono la visibilità pari a zero, non si vedono nemmeno i piedi quando cammini. Orientarsi è impossibile e il freddo resta un grande problema”.
Brancadoro ha aggiunto che tali operazioni comportano rischi elevatissimi per i soccorritori stessi: “Di situazioni così ne ho viste parecchie. Uscire di notte con la bufera è una situazione davvero complicata. Sai che rischi di perderti per recuperare le persone che si sono perse per errore”. Ha inoltre evidenziato come le previsioni meteorologiche fossero già molto negative nei giorni precedenti: “Le previsioni meteo erano pessime. Si sapeva che sarebbe arrivato vento, bufera e un abbassamento della temperatura. Condizioni che rendono l’ambiente d’alta quota davvero rischioso. Un minimo inciampo può determinare una situazione davvero drammatica”.
Nonostante le difficoltà, i soccorritori non perdono la speranza di ritrovare vivi i due alpinisti. “Che i due alpinisti abbiano trovato un riparo. Li ho nel cuore, come tutti i ragazzi del soccorso alpino. Sono certo che faranno tutto il possibile per riportarli a casa”, ha concluso Brancadoro.
Il Gran Sasso, con il suo paesaggio aspro e le condizioni climatiche imprevedibili, rappresenta una sfida continua per gli escursionisti e gli alpinisti che decidono di avventurarsi sulle sue pendici. In inverno, la montagna si trasforma in un ambiente ancora più ostile, dove ogni passo può diventare pericoloso. Le raffiche di vento che superano i 100 chilometri orari e la neve ghiacciata rendono difficile persino il camminare.
Le squadre di soccorso stanno monitorando costantemente l’evoluzione delle condizioni meteorologiche nella speranza di poter riprendere presto le operazioni sul campo. Nel frattempo, familiari e amici dei due alpinisti attendono notizie con ansia, fiduciosi nell’impegno dei soccorritori che stanno mettendo in campo tutta la loro esperienza e professionalità per riportare a casa Luca Perazzini e Cristian Gualdi.
La vicenda ha acceso nuovamente i riflettori sull’importanza di una preparazione adeguata prima di intraprendere escursioni in montagna, soprattutto durante la stagione invernale. Gli esperti raccomandano sempre di consultare le previsioni meteorologiche e valutare attentamente i rischi prima di affrontare percorsi impegnativi come quelli del Gran Sasso.
Mentre le ricerche continuano, resta alta la speranza che i due alpinisti siano riusciti a trovare un riparo sicuro in attesa dei soccorsi. La determinazione dei soccorritori e la loro esperienza rappresentano un punto fermo in questa difficile operazione, che richiede grande coraggio e professionalità.
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