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Cos’è l’imenoplastica, la procedura per “riconquistare la verginità” come dice Malena: è illegale in certi Paesi



Il prossimo 3 gennaio, Filomena Marino, meglio conosciuta come Malena, sarà protagonista di un’intervista nel programma Storie di donne al bivio, condotto da Monica Setta su Rai 2. La celebre attrice, classe 1983, ha deciso di aprirsi su temi personali e professionali, condividendo il suo percorso di vita e il desiderio di lasciarsi alle spalle il mondo del cinema per adulti. Da tempo, infatti, Malena ha dichiarato la sua intenzione di voltare pagina, spinta anche da eventi familiari che hanno segnato profondamente la sua esistenza.



Durante l’intervista, Malena ha parlato apertamente del suo passato e delle sue aspirazioni per il futuro. “Io ho detto addio a quel mondo, a cui ho dato moltissimo. Da quando mia madre si è ammalata di tumore ho un solo sogno: tornare vergine e sposare un vero amore”, ha confessato l’attrice. La sua dichiarazione ha attirato l’attenzione del pubblico e dei media, soprattutto per il riferimento a una “operazione per tornare vergine”, un tema che in Italia è spesso trattato con superficialità, ma che altrove ha generato accesi dibattiti.

L’intervento a cui si riferisce Malena è noto in ambito medico come imenoplastica. Si tratta di una procedura chirurgica che consente di ricostruire l’imene, una membrana situata all’ingresso della vagina. In Italia, questo tipo di operazione è considerato relativamente semplice e viene eseguito in regime di day-hospital in diverse cliniche estetiche, con costi che partono da circa 1.500 euro. Tuttavia, nel Regno Unito la situazione è molto diversa: dal gennaio 2022, l’imenoplastica è stata dichiarata illegale, indipendentemente dal consenso della donna.

Secondo le dichiarazioni di Edward Morris, presidente del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, riportate dal quotidiano The Guardian, non esistono motivazioni mediche valide per giustificare questo intervento. “Vogliamo inviare un messaggio chiaro ai professionisti sanitari che nessuna delle due pratiche ha alcun posto nel mondo medico e non dovrebbe essere eseguita in nessuna circostanza”, ha affermato Morris, riferendosi sia all’imenoplastica sia ai test di verifica della verginità.

Il dibattito nel Regno Unito si è concentrato principalmente sul contesto sociale e culturale in cui queste pratiche vengono richieste. Spesso, dietro la decisione di sottoporsi a un intervento di imenoplastica si nascondono pressioni familiari o culturali legate a matrimoni combinati o a rigide aspettative sulla purezza femminile. Diana Naomi, direttrice dell’Organizzazione per i diritti delle donne iraniane e curde, ha spiegato che questa operazione può avere conseguenze psicologiche negative. “L’imenoplastica provoca traumi e, in circa la metà dei casi, non riesce a far sanguinare la donna o la ragazza al successivo rapporto sessuale, lasciandola esposta a ulteriori pressioni e umiliazioni”, ha dichiarato.

La percezione dell’imene come simbolo di verginità è radicata in molte culture, comprese quelle occidentali. Tuttavia, questa convinzione non trova riscontro nella comunità scientifica. Secondo il Manuale MSD, l’imene è semplicemente “un anello di tessuto situato immediatamente all’interno dell’orifizio vaginale”. La sua rottura non è necessariamente legata al primo rapporto sessuale; può avvenire durante l’attività sportiva o altre attività fisiche, oppure non verificarsi affatto se la membrana è particolarmente elastica. Inoltre, non tutte le lacerazioni dell’imene provocano sanguinamento visibile.

Le tecniche utilizzate per l’imenoplastica variano a seconda del caso. In alcuni interventi si procede suturando i lembi rimasti della membrana originale, mentre in altri si utilizzano capsule di gelatina contenenti sangue artificiale, che si rompono durante il rapporto sessuale simulando il sanguinamento. Nonostante la semplicità tecnica dell’operazione, i rischi psicologici e sociali associati sono significativi, soprattutto quando la decisione di sottoporsi all’intervento non è completamente autonoma.

Il divieto imposto dal governo britannico nel 2022 è il risultato di un lungo processo di analisi e consultazione. Sono stati studiati i contesti culturali e sociali in cui queste pratiche venivano richieste e le conseguenze che avevano sulle donne coinvolte. Alla fine del dibattito, l’imenoplastica è stata classificata come una forma di violenza contro le donne, al pari dei test di verifica della verginità. Questa posizione riflette un impegno crescente a livello internazionale per contrastare pratiche mediche che perpetuano stereotipi di genere dannosi.

In Italia, invece, il tema dell’imenoplastica rimane poco discusso e spesso relegato alla sfera privata o estetica. La scelta di Malena di affrontare pubblicamente questo argomento potrebbe contribuire ad aprire un dibattito più ampio anche nel nostro Paese. La sua storia personale mette in luce questioni complesse legate all’autodeterminazione femminile e alle pressioni sociali che molte donne continuano a subire.

Io voglio ricominciare da capo, costruire una nuova vita lontana dai riflettori del mio passato”, ha dichiarato Malena durante l’intervista con Monica Setta. Le sue parole riflettono il desiderio di superare i pregiudizi e le etichette legate alla sua carriera precedente, abbracciando una visione della vita basata sull’amore autentico e sulla libertà personale.



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