Controcopertina

Lo scandalo della poliziotta corrotta che ha sfruttato il suo ruolo per arricchirsi illegalmente – ecco come dovrà risarcire i danni causati



Una ex ispettrice di Polizia, a capo dell’Ufficio reperti del commissariato di Ostia, è stata condannata per aver commesso una serie di reati, tra cui il prelievo di denaro dal bancomat di un uomo appena morto e la vendita di gioielli sottratti dal reparto. Ora dovrà restituire una somma consistente, oltre ad affrontare le conseguenze legali e disciplinari della sua condotta.



I fatti

La condanna riguarda il periodo tra il 2017 e il 2018, durante il quale la poliziotta era responsabile dell’Ufficio reperti del commissariato Lido a Ostia. Durante questo periodo, ha commesso una serie di reati, tra cui il prelievo di denaro dal bancomat di un uomo deceduto e la sottrazione e rivendita di gioielli. Ad esempio, ha piazzato un Rolex sequestrato nel 1990 e si è impossessata della pensione di un cittadino straniero deceduto nel 2017. In totale, ha causato un danno economico di oltre 90mila euro.

La decisione della Corte dei conti

La Corte dei conti ha accolto quasi interamente la richiesta della Procura. È stato stabilito che la donna dovrà restituire 90.883 euro per il denaro e i gioielli sottratti. Il danno diretto è stato quantificato in 76.136 euro, mentre è stato riconosciuto un danno da disservizio, dovuto all’interruzione del nesso tra prestazione e retribuzione, per un importo calcolato in base alle retribuzioni percepite durante il periodo delle condotte illecite. Inoltre, è stato riconosciuto un danno di immagine pari a 152.273 euro, per la grave lesione al prestigio dell’Amministrazione di appartenenza.

Il dolo e le conseguenze

I giudici hanno evidenziato il dolo nella condotta dell’ex poliziotta, sottolineando l’utilizzo del denaro sequestrato e la vendita dei gioielli per ottenere un illecito guadagno. La sua condotta ha minato l’autorevolezza e il prestigio dell’Amministrazione di appartenenza. Inoltre, è stata destituita dal servizio con decorrenza dal 13 ottobre 2018.

La condanna della poliziotta sottolinea l’importanza della legalità e della responsabilità nelle istituzioni, nonché la severità delle conseguenze per chi viola la fiducia e l’autorità conferite dalla professione di pubblica sicurezza.



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